venerdì 1 maggio 2009

Crisi: meglio o peggio del 1929?

Preoccupati dell’andamento e della volatilità delle Borse? I dati economici vi preoccupano e mentre leggete i dati sul crollo della produzione e sui nuovi licenziamenti temete che prossimamente questa cosa potrebbe riguardare anche voi? Il rimbalzo dei mercati azionari non capite se è una trappola dell’orso o se è invece il segnale di un’inversione di tendenza?

Nonostante il G20 e il forte rimbalzo dei listini lo spettro della Grande Depressione e della caduta dell’impero americano ancora aleggiano.

Affidarsi alle opinioni di esperti, economisti e analisti o alla grancassa dei giornali non è un buon metodo per capire a che punto siamo del “guado” visto che a seguirli ci si sarebbe trovati in questi anni a entrare in prossimità dei massimi e a essere rassicurati a ogni rimbalzo dei mercati che “il peggio era passato”.
MoneyReport

MoneyReport n.2

Come era accaduto poche settimane prima del crac di Lehman Brother’s e del crollo verticale dei mercati nonostante le dichiarazioni più che rassicuranti delle principali autorità economiche, diffuse con grande enfasi dai giornali.

E a ben vedere anche il recente forte rimbalzo non aiuta a dire che tutto il peggio è alle spalle visto che dopo il crollo dell’autunno del 1929 anche nella primavera del 30 si assistette a una risalita vigorosa del 50% dei listini azionari.

Con Herbert Hoover, presidente degli Stati Uniti che dichiarava il 1° maggio 1930: “Nonostante il crollo sia avvenuto sei mesi fa sono convinto che il peggio è passato e che con uno sforzo costante possiamo rapidamente cambiare rotta, Non c’è stato nessun significativo fallimento a livello bancario e industriale. Questo pericolo è dietro le nostre spalle”.

Salvo poi assistere successivamente alla fase peggiore e più acuta della crisi con una discesa successiva dell’85% della Borsa americana, fallimenti a catena di banche e imprese, crollo del 40% della produzione e quasi un terzo dei lavoratori non agricoli disoccupati.

Sulla crisi del 1929 che innestò poi la Grande Depressione sono stati scritti molti libri. Ripercorrere quello che è accaduto non è l’obiettivo primario di questa inchiesta di MoneyReport visto che ora siamo nel 2009 e ci interessa capire la situazione attuale.

Ma vale sempre ricordare e tenere a mente il saggio consiglio di Burton Malkiel, economista e studioso dei mercati azionari: “le autopsie possono risultare utili non solo per i medici, ma anche per chi si dedica agli investimenti”.

Sul numero 2 di MoneyReport trovi i segnali che possono aiutare a decifrare meglio e in maniera più inequivocabile l’uscita dal tunnel.

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A cura di Salvatore Gaziano

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